Radio Corsa - Il Punto sul Giro 100 (03)

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di Stefano Stradotto

L'atteso scontro tra i big sul secondo arrivo in salita della centesima edizione, quello di ieri al Blockhaus, ha dato le prime risposte, alcune attese altre meno, ma non c'è dubbio che quella principale sia una conferma a quanto si pensava alla vigilia: Nairo Quintana è il più forte in salita tra gli aspiranti alla maglia rosa. Il colombiano, trionfatore tre anni fa sulle nostre strade, ha rotto gli indugi dopo una prima settimana al risparmio spazzando via i dubbi anche dei più scettici sulle sue reali condizioni di forma, essendo Quintana intenzionato a correre con ambizioni importanti anche il Tour de France. Il Giro però non è un obiettivo secondario per il colombiano e la dimostrazione si è avuta sulle rampe di quella che, per pendenza media, era la salita più dura di questo Giro d'Italia. Ma ancor prima degli scatti brucianti del capitano, risposte di peso erano arrivate dai suoi compagni di squadra, da un Team Movistar compatto attorno al leader pressochè con tutti gli uomini fino ai piedi della salita e soprattutto in grado di imporre un ritmo forsennato nei primi 6 km di ascesa, in special modo grazie al lavoro encomiabile di Anacona e Amador capaci di sfiancare i primi avversari senza che Quintana dovesse preoccuparsene in prima persona. Il suo primo scatto ha dunque trovato terreno fertile per scremare immediatamente il gruppetto dei migliori: saltata, anche oltre le aspettative nelle proporzioni, la maglia rosa di Bob Jungels, giunto a 3'30", saltati anche corridori in classifica a lungo lo scorso anno come Kruijswijk e Zakarin, stessa sorte per Van Garderen.
Con Quintana restano inizialmente Pinot e Nibali, il quale risponde apparentemente senza soffrire troppo ai primi tre scatti dell'avversario; Vincenzo non è uno scalatore puro come Quintana o lo stesso Pinot e quindi risponde senza mai alzarsi sui pedali e ricucendo la distanza in progressione, tattica che sembra pagare, sembra appunto perchè nel tratto più duro di salita dove la pendenza tocca il 14% l'ennesimo scatto dello scalatore colombiano piega definitivamente la resistenza del siciliano, che poi, provato dai numerosi tentativi di inseguimento, perde anche le ruote di Pinot venendo raggiunto e superato da Dumoulin e Mollema, la coppia di passisti olandesi che nel frattempo ha gestito con intelligenza tattica la salita senza forzare troppo. Ecco, l'impressione è che invece Vincenzo abbia ecceduto in generosità rincorrendo per quattro volte Quintana e abbia poi pagato. Comprensibile ed anche encomiabile l'orgoglio del campione uscente nel non cedere ai primi scatti dell'atteso rivale, ma contro un Quintana così e su una salita di tale difficoltà il divario appariva segnato, anche per caratteristiche puramente fisiche; Nibali avrebbe senz'altro fatto meglio ad impostare la scalata del Blockhaus su se stesso andando su del suo ritmo, magari non subito ma dopo aver risposto ad un paio di scatti, non a quattro. Così facendo ha invece raggiunto quello che in gergo si definisce "fuori giri" e lo ha pagato con 1 minuto tondo. Nel caso in cui avesse gestito con più tattica riteniamo avrebbe potuto ottenere lo stesso risultato di Dumoulin che scalatore non è ma che rappresenta la prova lampante di come si potessero limitare i danni (alla fine solo 25" il distacco dell'olandese arrivato con Pinot).
A questo punto si delineano gli scenari: abbastanza scontati quelli di domani alla ripresa dopo il riposo, con la crono del Sagrantino di quasi 40 km, Dumoulin pare infatti già avere in tasca la rosa. Solo 30 i secondi di distacco in classifica da Quintana, ma per quanto riguarda l'olandese parliamo di uno dei tre cronoman più forti in circolazione attualmente, capace di vincere entrambe le prove contro il tempo dello scorso Tour, e soprattutto di infliggere anche un paio di minuti ad uno scalatore. Tutta da verificare sarà la sua tenuta sulle tre settimane, già venuta meno lo scorso anno. Occhio anche all'altro olandese, Mollema, mentre Nibali potrebbe guadagnare qualcosa a Quintana, anche se crediamo che il siciliano, il colombiano e Pinot non dovrebbero concludere così distanti le loro rispettive prove. Nibali, constata l'inferiorità in salita rispetto a Quintana, dovrà insomma inventarsi qualcosa di diverso per sparigliare le carte, magari nella sempre incerta e insidiosa tappa appenninica di mercoledì, in attesa dei tapponi alpini della terza settimana, quando come sappiamo lo Squalo dà sempre il meglio di sè. Pinot intanto coltiva ambizioni importanti di podio al suo primo Giro, avendo dimostrato di essere l'unico veramente in grado di tenere Quintana in salita, o quantomeno l'ultimo a mollargli la ruota.

Fuori gioco gli altri outsider ed un discorso finale a parte meritano ovviamente quelli messi fuori causa dall'assurda caduta originatasi a 15 km dall'arrivo, proprio all'attacco della salita finale: Yates, Thomas e Landa, tutti uomini forti da podio, hanno infatti avuto la peggio nello scontro con la moto della polizia stradale che è parsa in posizione francamente discutibile ferma sì a bordo strada ma non al punto tale da evitare l'inevitabile, visto che quel tratto di strada era stretto e soprattutto il mezzo si trovava leggermente al di qua della sede stradale con un borsone peraltro sporgente verso il gruppo lanciatissimo e dunque bersaglio difficilmente schivabile. Spiace che per una disattenzione di chi dovrebbe garantire sicurezza il Giro abbia perso tre sicuri protagonisti che sicuramente avrebbero movimentato ulteriormente la lotta in testa, crediamo in special modo Landa, almeno sulla salita di ieri. Lo spagnolo è invece giunto a quasi mezz'ora, mentre Yates e Thomas pagano un distacco di 5 minuti che magari potrebbe permettergli attacchi disperati da tutto per tutto nei tapponi di montagna, ma certo con una corsa oramai compromessa al 99%.





Nel nostro percorso lungo le cento edizioni di Giro incontriamo quello che forse è stato il più amato in assoluto dalle folle, forse più anche del suo storico rivale. Parliamo di Gino Bartali in grado di infiammare le folle e di conquistare tre Giri e due Tour. Impresa nell'impresa, parlando di corsa rosa, quella di centrare il terzo successo a dieci anni di distanza dal primo, nel 1946. Proprio a quella edizione si riferiscono le immagini caricate su YouTube dal canale spagnolo Reliquias del Ciclismo, immagini comunque con commento in italiano dal consueto Istituto Luce.





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