titolo : PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI"VALLE PELIGNA: QUALE FUTURO?"
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PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI"VALLE PELIGNA: QUALE FUTURO?"
SULMONA - Lo scorso mese di dicembre, i cittadini di Sulmona e della Valle Peligna hanno ricevuto, da parte del Governo Nazionale e di quello Regionale, un concentrato di “attenzioni e regali” assai poco graditi, a testimonianza della scarsa considerazione di cui gode questo territorio.Ci riferiamo, oltre all’autorizzazione della centrale di compressione, anche a quei regali pre e post natalizi come i fanghi dragati dal porto di Pescara ed i rifiuti provenienti dal Lazio. Evidentemente chi comanda in Regione ci considera il Terzo Mondo d'Abruzzo.
Pertanto, mentre le Associazioni del comparto economico del litorale adriatico ribadiscono che non vogliono i fanghi in mare perché esso non è una discarica, a Sulmona arrivano cinquemila metri cubi di fanghi dragati dal porto di Pescara. Fanghi puliti, secondo le analisi Arta, finiti nella discarica di Noce Mattei: ma stiamo parlando pur sempre di rifiuti!
E intanto da Roma e dal Lazio si fa sempre più concreta la possibilità di trattare 100 mila tonnellate annue di indifferenziata negli impianti di Aielli (Aciam 40 mila tonnellate), Chieti (Deco S.p.A. 30 mila tonnellate) e Sulmona (Cogesa S.p.A. 30 mila tonnellate) al costo di 130 euro a tonnellata. La capacità di accoglimento della nostra Regione di 250 mila tonnellate in più rispetto alle esigenze degli abruzzesi, non può e non deve esporci al rischio certo di diventare la destinazione di montagne di rifiuti non solo dalla capitale e dal Lazio, ma anche da altre Regioni d’Italia. La proposta di Piano Regionale dei Rifiuti approvato il 12 dicembre 2017, sembra andare in questa direzione avendo l’Abruzzo impianti sovradimensionati che devono, per contenere i costi, essere “nutriti” con maggiori quantità di rifiuti da importare, considerato anche che l’elevata percentuale di differenziata ne comporta un sottoutilizzo.
Ma gli introiti del Cogesa, che come tutte le società private persegue un lucro, hanno come contropartita la salute dei cittadini. Siamo fortemente preoccupati per l’aumento del traffico veicolare per il trasporto dei rifiuti che farà aumentare il livello dello smog e delle polveri sottili nella nostra Valle che ne peggioreranno la qualità dell’aria già compromessa dopo l’incendio del Morrone; siamo preoccupati per i problemi ambientali connessi anche alla catena alimentare e l’inquinamento dei nostri prodotti agricoli. Comprendiamo l’emergenza della Regione Lazio e non diciamo che bisogna voltarsi dall’altra parte, ma siamo preoccupati per una decisione che ipotizza un periodo di tre mesi di accoglimento senza nessuna garanzia.
Vorremmo conoscere, su questa vicenda, la posizione della Sindaca del Comune di Sulmona e quella degli altri Comuni Soci del Cogesa, considerato che, notizia delle ultime ore, il Comune di Aielli e lo stesso Sindaco di Chieti non sono disponibili ad accogliere i rifiuti laziali/capitolini. Il primo cittadino di Chieti si dice preoccupato per la salute dei suoi concittadini anche in merito alla natura dei rifiuti stessi da trattare.
Il Governatore D’Alfonso si dice preoccupato per la salute dei romani: e della nostra chi si preoccupa?
Ma la domanda che ci sorge spontanea è se Sulmona, ancora una volta, sarà sacrificata sull’altare di interessi economici, politici ed elettorali, anche se si chiamano collaborazione e solidarietà !"
Comitati cittadini per l’ambiente
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