Ettore Majorana: 80 anni fa spariva il fisico siciliano, uno dei più importanti scienziati del XX secolo. Era “l'uomo cane” di Mazara?

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Ettore Majorana: 80 anni fa spariva il fisico siciliano, uno dei più importanti scienziati del XX secolo. Era “l'uomo cane” di Mazara?

(Giovedì 29 Marzo 2018)
Ettore Majorana, fisico teoretico paragonato da Enrico Fermi a Isaac Newton, scompariva in circostanze mai chiarite il 27 marzo di 80 anni fa. Non sbarcò mai dal traghetto della Tirrenia che quel giorno avrebbe dovuto riportarlo da Palermo a Napoli, dove gli era stata da poco assegnata la cattedra di Fisica teorica.

Si apriva così uno dei più famosi "cold case" italiani, fonte di ispirazione per la letteratura, il giornalismo, la saggistica e il cinema.

Il genio, il carattere, l'ossessione

Nato nel 1906 da una famiglia siciliana di affermati professionisti e intellettuali, il giovane Ettore mostrò sin da bambino doti prodigiose nella matematica e nella fisica. Trasferitosi a Roma con la famiglia si iscrisse inizialmente ad Ingegneria per approdare poi a Fisica laureandosi a pieni voti con Enrico Fermi. Tra i compagni di studio del gruppo di via Panisperna lega particolarmente con Emilio Segrè, futuro premio Nobel nel 1959.

Particolarmente schivo fino ai limiti della misantropia, tormentato da problemi fisici e dal carattere ossessivo, Ettore Majorana concentrerà le sue ricerche nel campo della fisica nucleare, dove si avvicina già nei primi anni '30 alle reazioni alla base della futura bomba atomica. Su suggerimento di Fermi e dei compagni di studio parte per Lipsia nel 1933 dove avrà modo di lavorare con l'eminente fisico Werner Heisemberg e di vedere con i propri occhi l'ascesa del nazismo e le prime violenze contro gli ebrei.

Lo studio folle e l'angoscia della strada "sbagliata" imboccata dalla fisica moderna
Rientrato a Roma nel 1934, Majorana si isola totalmente anche dai vecchi amici e colleghi di via Panisperna, chiudendosi in casa in uno studio disperato e continuo in particolar modo sui neutroni lenti alla base delle scoperte che porteranno alla realizzazione della prima bomba atomica. Isolato da tutto e da tutti, a Napoli frequenta quasi esclusivamente il collega Antonio Carelli, che testimonia il declino fisico e psichico del grande scienziato siciliano che da poco aveva rifiutato le offerte delle Università americane più prestigiose "accontentandosi" della città partenopea.

Proprio per le sue condizioni, Majorana decide di prendersi qualche giorno di riposo nella sua Sicilia e parte per Palermo dove passa solamente due giorni. Poi la scomparsa, nonostante la presenza nominativa del biglietto d'imbarco per Napoli e alcune testimonianze di passeggeri e personale di bordo che avrebbero confermato la sua presenza durante la traversata. A Carelli ed alla sua famiglia Majorana aveva fatto recapitare alcune lettere in cui annunciava nel consueto stile enigmatico una sua prossima sparizione, senza però fornire dettagli decisivi sulle sue effettive intenzioni.

Le ipotesi sulla scomparsa alla base del "cold case"

La notizia della scomparsa di Ettore Majorana giunse presto a Mussolini, che incaricava il capo della Polizia Arturo Bocchino delle ricerche, tutte senza esito.

Le ipotesi sulla fine del grande fisico, ancora oggi senza una risposta definitiva, sono state molteplici. Si è pensato naturalmente al suicidio per i segnali mandati poco prima della scomparsa e per il particolare carattere incline alla depressione. Tuttavia a instillare dubbi su questa possibilità ha contribuito il fatto che Majorana poco prima di scomparire ritirò tutti i suoi averi dal conto corrente, cosa inusuale per una persona che decide di troncare la propria esistenza. Seconda ipotesi: quella sostenuta anche da Leonardo Sciascia nel suo saggio del 1975 "La scomparsa di Majorana", vale a dire quella della volontaria scomparsa per poter cambiare totalmente vita e chiudersi in un monastero. La possibilità è avvalorata dal crescente peso psicologico che le scoperte in campo nucleare avrebbero esercitato sulla già fragile struttura mentale del fisico, angosciato dagli effetti devastanti dell'alba delle armi atomiche. A sostenere la tesi alcuni testimoni che lo avrebbero riconosciuto nel monastero calabrese di Serra San Bruno.

Parallela all'ipotesi del cambio di vita repentino si sviluppò la cosiddetta "pista tedesca", che si sarebbe risolta con il rapimento del fisico nucleare da parte degli agenti segreti del Terzo Reich per le preziosissime conoscenze di Majorana nella corsa all'armamento atomico contro gli Americani. Alla fine della guerra Majorana sarebbe stato trasferito dai nazisti in fuga in Argentina. Quella del rifugio nel Paese sudamericano sarà poi un'ipotesi alimentata negli anni '50 da alcune testimonianze tra le quali quelle del fisico italiano Erasmo Recami che avrebbe riconosciuto Majorana in città e di altre persone che lo avrebbero visto sulla terrazza dell'Hotel Continental della capitale argentina. La pista del Sudamerica sarà quella più longeva, riaperta nel 2011 dall'analisi comparativa di una fotografia del 1955 scattata in Venezuela e successivamente analizzata con sostanziale esito positivo dai Carabinieri del RIS.

L’uomo cane e Paolo Borsellino

Alcuni testimoni sostengono che nel 1942 a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, un barbone, che si faceva chiamare Tommaso Lipari, che avrebbe portato con sé un bastone con incisa la data di nascita di Ettore Majorana. gli confidò di essere Ettore Majorana pregandolo di non rivelare il segreto “fino a 15 anni dopo la sua morte”.

Il clochard morì nel 1973 e, tenendo fede al patto, 15 anni dopo i suoi confidenti svelarono la circostanza a Paolo Borsellino, che a quel tempo era procuratore di Catania.

Secondo altre testimonianze questo senzatetto, che veniva chiamato anche “uomo cane”, era estremamente competente in matematica e fisica, oltre ad avere una cicatrice e altri tratti somatici perfettamente sovrapponibili con quelli di Majorana.

Si scoprì però durante l’indagine che un uomo chiamato Tommaso Lipari, che corrispondeva alla stessa descrizione, era stato in carcere nel 1948 a Favignana. Tramite un confronto calligrafico tra la sua firma e quella di Majorana venne escluso che si potesse trattare della stessa persona, e l’inchiesta venne archiviata.

[fonte: panorama.it -  tpi.it]


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