"SINISTRA VALLE PELIGNA: SE CI SEI BATTI UN COLPO"

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"SINISTRA VALLE PELIGNA: SE CI SEI BATTI UN COLPO"

RAIANO - "E’ un silenzio quasi assordante quello che si sente dalle parti della sinistra peligna, al punto che viene da domandarsi: ma esiste ancora una sinistra in questo territorio?
Una domanda certamente retorica e provocatoria, ma naturale da porsi rispetto ad una situazione che vede il non emergere di una voce, una riflessione, un ragionamento critico e autocritico sul tracollo elettorale del 4 marzo subito a livello nazionale, regionale, provinciale e locale: come se non fosse accaduto nulla.Forse l’abitudine, oserei dire l’acquiescenza e la sudditanza ad una visione della politica e della forma
Partito basata esclusivamente sulla fiducia nel “Leader” di turno, ha cancellato, snaturato, svilito, quel ruolo fondamentale e autonomo delle realtà locali, delle reti democratiche, associative e organizzative locali, in passato serbatoi di partecipazione e di intelligenze.
 Oggi ridotte  a scatole vuote.Un’abitudine che, ormai, assegna e demanda acriticamente ai vertici nazionali il compito di avviare e decidere un cambiamento di uomini e di programmi, quando invece, a mio parere, nessun cambiamento vero, reale, sarà possibile senza un movimento che parta dal basso, da coloro che vivono le contraddizioni del presente e ascoltano il malcontento e il malessere delle persone in carne ed ossa: in particolare di quelle più deboli, dei giovani senza una prospettiva.Cominciando innanzitutto a dire ai nostri vertici, in particolare a quello del PD, che dal risultato del 4 marzo ci si può risollevare  solo con un grande sforzo di umiltà collettiva, di impegno sincero e disinteressato a ricostruire le RAGIONI DELLE SINISTRA in una fase di cambiamenti epocali e radicali: in sostanza ripartire da zero, TUTTI.
Anteponendo gli interessi della moltitudine a quelli personali e di carriera.
Obiettivo molto più importante delle singole formazioni politiche, piccole e grandi che esse siano, oggi più preoccupate di salvaguardare i ruoli e gli spazi dei propri dirigenti che quello di ricostruire un linguaggio di speranza a quella moltitudine di persone, storicamente della sinistra, che oggi hanno dirottato la propria fiducia e consenso verso altri.Si può ricominciare se, innanzitutto, la proposta e l’azione politica siano facilmente comprensibili, svolgendo un ruolo da protagonisti veri.
Certamente non quello di stare alla finestra come sta accadendo a livello nazionale per la formazione del nuovo Governo. Una posizione assurda che dà preminenza ad un cosidetto “Governo di tregua o del Presidente” – formula ormai invisa alla stragrande maggioranza dei cittadini che votano – invece che ad un Governo politico, espressione  e di fiducia del Parlamento che abbiamo eletto a tal fine.Si ricomincia se rimettiamo al centro comportamenti etici, responsabili e disinteressati nell’agire politico, in particolare quando si ricoprono cariche politiche ed elettive a tutti i livelli.
Certamente non è, a mio parere, un comportamento etico e responsabile quello di D’Alfonso che, poggiando su opinabili interpretazioni normative, si ostina a mantenere il doppio ruolo di Presidente della Regione e Senatore della Repubblica: ruoli resi incompatibili dalla nostra Costituzione.
C’è un gruppo dirigente a sinistra, sempre in piedi in tutte le stagioni e dopo le sconfitte subite, che continua ad essere sordo e indifferente rispetto ai sentimenti della gente, anche della propria, nell’illusione che comportandosi così si recuperano consensi, quando invece si producono maggiori danni, a detrimento anche delle buone cose fatte da singoli componenti della Giunta Regionale e di molti altri che operano a livello territoriale.Si può ricominciare, innanzitutto dal basso, se per ogni territorio la sinistra sarà capace di avanzare proposte credibili e concrete per rilanciarne l’economia e lo sviluppo.Questo vale maggiormente per la Valle Peligna, oggi più sola e abbandonata che mai, priva di una strategia e di una visione strategica e unitaria di sviluppo  a causa di individualismi e campanilismi anacronistici, di gruppi dirigenti più preoccupati delle proprie prospettive personali che degli interessi collettivi".

                                                                                      Enio Mastrangioli
                                                                     Ex Sindaco di Raiano – Aderente LeU






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