Mazara. Il cinghiale simbolo del degrado di una Riserva Naturale. (Prima Puntata)

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Mazara. Il cinghiale simbolo del degrado di una Riserva Naturale. (Prima Puntata)

(Venerdì 31 Agosto 2018)
Era il 1972 quando la Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali di Trapani, presieduta dall’amico preside Gianni Di Stefano, proponeva di sottoporre a vincolo paesaggistico l’area del Lago Preola e dei Gorghi Tondi di Mazara del Vallo, con la seguente motivazione: “I laghi di Murana e della Preola sono tra i
luoghi più suggestivi della costa occidentale della Sicilia, con la loro tipica fauna e la loro vegetazione, essi sono delle oasi di natura intatta da preservare”. I costoni che si affacciano sugli specchi d’acqua erano, infatti,pressochè integri fino alle soglie del 1980, tranne che nella parte centrale sud del lago Preola in cui un gestore di studio dentistico mazarese e un altro vicino stavano provvedendo a realizzare due case abusive e delle condotte d’acqua, probabilmente per uso irriguo, visto che avrebbero voluto rendere coltivabile tutto il costone. A nord, i terreni confinanti con il Preola presentavano qualche raro vigneto e tanti mandorli, olivi, fruttiferi, carrubi e palme, oltre alla macchia mediterranea tipica del luogo della quale si possono ancora notare i resti. Il vincolo sottoscritto dall’Assessore per i Beni culturali ed ambientali e per la Pubblica istruzione arrivò il 12/2/1981, ma dopo qualche mese un calamitoso periodo di siccità, protrattosi per oltre vent’anni, si abbatte’ sulla zona umida, portando il Gorgo Murana e il lago Preola al prosciugamento. In concomitanza si operava per l’ampliamento del porto di Mazara e, per completarne la realizzazione, occorrevano ingenti quantitativi di blocchi di roccia. Per questo sarà stato deciso di prelevarli dai costoni del lago Preola e sarà stato pure deciso di colmare il lago e il Gorgo Murana che sono molto meno profondi dei restanti tre gorghi. Il forteto a Querqusilex ad est del Gorgo Lentini, con il costone sud,si salvò per la custodia di Vito Lentini, ma il Gorgo Avvocato e il Gorgo Ballatore (dal nome di proprietari di terreni limitrofi), ribattezzati Alto e Medio, subirono ingenti danneggiamenti nei lorocontorni. Sul costone sud del Gorgo Avvocato, in seguito allo sbancamento, fu addirittura realizzata una struttura in cemento armato e fu cementificatoun abbozzo di originario sentiero.

Fu allora che Gianni Di Stefano decise di mostrare quello sconcio al Pretore dell’epoca, ma giunti sul posto ci fu consigliato di fare una denuncia. Il Preside, per certi versi istintivo, lo ricordo come se fosse ora, non esitò a rispondere: “ma! Perché l’abbiamo portato qui?”. Al Preola intanto la demolizione dei costoni procedeva a ritmo incalzante; i massi più consistenti finivano al porto e quelli più friabili sul letto semi asciutto del lago a cominciare dalla parte denominata “Agnuni” in cui c’era una sorgente che fu coperta per prima. Fu un vero scempio, tanto che, notata l’indifferenza locale, mi decisi di pressare sull’ARTA e sull’Assessorato ex Agricoltura e Foreste. Feci amicizia con il dott. Salvatore Seminara, funzionario del Servizio Parchi e Riserve, che intervenne immediatamente, portando sul posto il dott. Dragotto, funzionario dell’Assessorato Agricoltura e Foreste, il giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni, e un giovincello ambientalista, allora della LIPU (ora factotum di Legambiente), Angelo Di Marca. Organizzammo una petizione popolare, l’amico Andrea Anselmi si diede un gran da fare a raccogliere firme, e depositammo la relativa denuncia alla Pretura di Mazara. Bisognò attendere però la dott. ssaBigattin per istruire il processo e la questione, come scrisse brillantemente Salvatore Giacalone, vedasi articolo dell’epoca a seguire, finì, come si suol dire a “tarallucci e vino”. Allora, purtroppo, non c’erano le attuali leggi di tutela del Patrimonio Naturale, il Ministero dell’Ambiente era stato istituito da poco, il summit di Rio de Janeiro era da venire, il WWF rappresentato in loco da tale Nino Castelli (conosce tra l’altro molto bene l’affare della casa, ex abusiva, del dentista sul costone del Preola), a differenza di Legambiente e LIPU di Palermo, non si costituì parte civile.

FINE della PUNTATA.

Enzo Sciabica.


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