titolo : FIESA CONFESERCENTI REGIONALE D’ABRUZZO: "I CANDIDATI DIANO MAGGIORE ATTENZIONE ALLE IMPRESE DEL SETTORE AGROALIMENTARE ARTIGIANALE"
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FIESA CONFESERCENTI REGIONALE D’ABRUZZO: "I CANDIDATI DIANO MAGGIORE ATTENZIONE ALLE IMPRESE DEL SETTORE AGROALIMENTARE ARTIGIANALE"
PROMOZIONE, VALORIZZAZIONE E TUTELA DELL’ATTIVITÀ AGROALIMENTARE IN ABRUZZO.L'AQUILA - In Abruzzo esiste un nucleo di imprese di panificazione, pastifici artigianali, macellerie, pasticcerie, pescherie e frutterie che hanno investito e innovato in tempi di crisi e che adesso hanno bisogno del supporto dell’Ente Regione per affacciarsi a un mondo che cambia. Nella nostra regione operano migliaia di aziende agroalimentari. È un nucleo imprenditoriale sul quale la Regione deve investire soprattutto per la valorizzazione, la promozione e la tutela in questa fase critica che vede il calo dei consumi. In questo contesto a beneficiarne è solo la GDO che da alcuni anni, con le sue strategie ha svuotato i centri storici e chiuso gli esercizi di vicinato, eliminando un servizio sociale soprattutto per gli anziani che hanno necessità di acquistare i prodotti primari, quali pane, latte e altri beni di prima necessità.La Fiesa Confesercenti Regionale d’Abruzzo si attende dai candidati un preciso impegno per dare voce e speranza ad una filiera alimentare non monosettoriale, bensì composita. Alimentare non è solo prodotto agricolo. Alimentare è soprattutto il prodotto trasformato e offerto ai consumatori per una sana alimentazione. I candidati abbiano il coraggio di fare proprie le argomentazioni e le richieste di aziende che rappresentano il prodotto alimentare artigianale, affinché queste possano garantire produzione e occupazione e consolidare il proprio posizionamento su un mercato difficile e stanco.La Fiesa Confesercenti Regionale, Settore della panificazione, a nome dell’Assopanificatori d’Abruzzo chiede che si dia piena attuazione alla Legge Regionale N. 14 del 2016, “Disposizioni in materia di promozione e tutela dell’attività di panificazione in Abruzzo”, soprattutto all’Articolo 12 che impegna la regione alla “Valorizzazione della filiera abruzzese del pane e dei prodotti da forno”.Oggi si ha bisogno di poter far leva su condizioni di contesto e filiere interne articolate in grado di generare valore di mercato significativo. I candidati, dei quali Fiesa Confesercenti e Assopanificatori d’Abruzzo sollecitano l’attenzione, devono concorrere a sviluppare il potenziale di innovazione in seno alle filiere interne e dare spazio alla valorizzazione e promozione del prodotto della panificazione artigianale tipica e tradizionale. Esistono interventi di sistema e politiche orizzontali che possono concorrere a creare quelle condizioni di contesto ottimali per consolidare la filiera fatta da settori integrati: Alimentare, Agroalimentare ed Enogastronomico. C’è bisogno davvero di interventi regionali mirati; ma per far ciò occorre coraggio e lungimiranza politico-amministrativa. La Regione Abruzzo ha la possibilità di confrontarsi con le altre regioni al Tavolo della Conferenza Stato Regioni affinché il settore dell’alimentazione artigianale abbia la giusta attenzione del Governo e del Parlamento con l’attivazione concreta delle “filiere agroalimentari”.L’attuale congiuntura economica obbliga anche e soprattutto le regioni ad affrontare le sfide economiche attraverso la valorizzazione delle specificità territoriali e la promozione delle eccellenze delle imprese e della ricerca ad esse collegata. A questo quadro dell’Agroalimentare artigianale, si somma la presenza di un’economia complessa connessa al settore e riferita anche a un’economia del turismo gastronomico.
La Fiesa Confesercenti Regionale d’Abruzzo si aspetta dai candidati la condivisione di queste sollecitazioni in questi giorni di fine campagna elettorale, con l’impegno di individuare strategie, leggi, delibere e determinazioni per inquadrare azioni mirate e finanziamenti certi anche per dei settori alimentare ed enogastronomico artigianale laddove vi è una forte crescita della domanda di prodotti tipici e tradizionali locali che non si riesce a soddisfare per la carenza di interventi strutturali regionali.
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