REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO:"LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI SI È ULTERIORMENTE DETERIORATA"

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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO:"LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI SI È ULTERIORMENTE DETERIORATA"

VIDEO
Nella regione del Kasaï, la violenza ha causato migliaia di morti, almeno un milione di sfollati interni e ha costretto alla fuga almeno 35.000 persone, che si sono riversate nel vicino Angola. Nell’est del paese, sia i gruppi armati sia le forze governative hanno continuato a prendere di mira i civili e a saccheggiare impunemente il territorio per sfruttarne illegalmente le risorse naturali. La polizia, i servizi d’intelligence e i tribunali hanno proseguito il giro di vite sui diritti alla libertà d’espressione, associazione e riunione pacifica. Difensori dei diritti umani e giornalisti sono stati vittime di vessazioni, intimidazioni, arresti arbitrari, provvedimenti di espulsione od omicidi."La situazione nella Repubblica Democratica del Congo, secondo le parole del premio Nobel per la Pace 2018 Denis Mukwege,  è disastrosa.Ci sono violenze, massacri e torture.C'è una violenza diffusa.Il bilancio è davvero drammatico, perchè ci sono state centinaia di migliaia di donne violentate.Ci sono migliaia di persone che si spostano nell'entroterra ed altre e tante pronte ad andare fuori dal Paese"ha affermato Francesco Barone, docente universitario aquilano, che da 21 anni svolge delle missioni umanitarie in Congo
e che ha incontrato il Premio Nobel per la Pace 2018."Il premio Nobel mi ha incaricato di far conoscere la situazione in cui vive il paese.Lui mette in evidenza l'importanza della lotta contro l'impunità.Chi si macchia di crimini contro l'umanità o di crimini di guerra non può restare impunito.A tal proposito chiede che vi sia la sensibilizzazione e l'impegno da parte delle Nazioni Unite, da parte dei Governi Internazionali affinché si ponga in evidenza questo problema".



REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO
Capo di stato: Joseph Kabila
Capo di governo: Bruno Tshibala Nzenze (subentrato a Samy Badibanga Ntita ad aprile)
Contesto

Il presidente Kabila è rimasto al potere, sebbene il suo secondo mandato costituzionale fosse terminato il 19 dicembre 2016. Un accordo politico, siglato a dicembre 2016 dalla coalizione di governo, dall’opposizione e da alcune organizzazioni della società civile, ha stabilito che il presidente Kabila sarebbe rimasto al potere e che sarebbe stato nominato un governo di unità nazionale, guidato da un primo ministro designato dalla principale corrente politica d’opposizione, il Raggruppamento, con il compito di organizzare le elezioni entro dicembre 2017. L’intesa prevedeva inoltre la creazione di un consiglio nazionale per l’implementazione dell’accordo e del processo elettorale (Conseil national de suivi de l’accord – Cnsa), con mandato di vigilare sull’avanzamento dei lavori, sotto la guida del leader del Raggruppamento, Etienne Tshisekedi. L’intesa infine prevedeva l’impegno da parte del presidente Kabila a rispettare il limite costituzionale di due mandati e a non intraprendere alcuna iniziativa per revisionare o modificare la costituzione. L’implementazione dell’accordo si è tuttavia arenata sulla nomina e distribuzione dei rappresentanti delle varie correnti politiche alle cariche istituzionali transizionali.

A febbraio, Etienne Tshisekedi è deceduto e ad aprile il presidente Kabila ha designato unilateralmente Bruno Tshibala a ricoprire la carica di primo ministro; una nomina che il Raggruppamento si è rifiutato di riconoscere. A luglio, anche Joseph Olenghankoy è stato designato unilateralmente alla presidenza del Cnsa. I principali leader d’opposizione, la Chiesa Cattolica e la comunità internazionale hanno denunciato queste nomine, considerandole una palese violazione dell’accordo.

Le procedure di registrazione degli elettori nel periodo pre-elettorale hanno subìto notevoli ritardi. A luglio, il presidente della commissione elettorale nazionale indipendente ha annunciato che le elezioni previste a dicembre 2017 avrebbero potuto slittare, adducendo tra le motivazioni l’instabilità nella regione del Kasaï.

Le violenze, che erano scoppiate nel 2016 a seguito dell’uccisione del capo tribale Kamuena Nsapu, si sono diffuse in cinque province, innescando una crisi umanitaria senza precedenti. Nell’est del paese, diversi gruppi armati hanno intensificato i loro attacchi per cacciare il presidente Kabila. Sia le forze di sicurezza della Repubblica Democratica del Congo (Democratic Republic of Congo – Drc) sia la Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo (UN Organizazion Stabilization Mission in Drc – Monusco) non sono state in grado di far fronte all’insicurezza nell’area e di neutralizzare gli oltre 40 gruppi armati locali o esteri ancora attivi. Il tasso d’inflazione su base annua è aumentato di circa il 50 per cento nel 2017, contribuendo ad aggravare i già alti livelli di povertà. C’è stata una serie di scioperi per chiedere l’aumento degli stipendi degli insegnanti, dei docenti universitari, dei medici, del personale infermieristico e dei dipendenti pubblici.





TORNATI A CASA. SANI E SALVI.
MISSIONE CONCLUSA!!!

Care amiche e cari amici, ecco quanto realizzato:
1. Sono state consegnate medicine, cibo,vestiti e scarpe negli orfanotrofi Mama Wa wote e Flamme d’amour;
2. Sono state consegnate circa tre tonnellate di riso, fagioli e sale a n.200 famiglie povere di un quartiere della città;
3. E’ stato consegnato cibo, vestiti e scarpe ai bambini che vivono per strada durante la notte;
4. Sono state pagate le spese sanitarie per consentire le dimissioni dei bambini ricoverati nel reparto di pediatria di un ospedale;
5. E’ stato donato un contributo alla Fondazione Panzi in cui opera il Dott. Denis Mukwege, Premio Nobel per la pace 2018;
6. Abbiamo avuto un cordiale incontro con Denis Mukwege, il quale, ci ha reso note le sue importanti attività a favore delle donne violentate e delle persone maggiormente bisognose;
7. Abbiamo consentito l’avvio dei lavori del Centro
“KWETU - GLI AMICI DI FRANCESCO”, rivolti all’infanzia vulnerabile;
8. Abbiamo giocato e interagito con i bambini per l'intero periodo della missione e consegnato biscotti, bevande e caramelle ai bambini che incontravamo durante i nostri percorsi.
Tutto questo è stato possibile, attraverso l’aiuto concreto di tante persone generose a cui rivolgo la mia più sincera gratitudine.
Continuerò senza sosta a dare voce e a impegnarmi concretamente per aiutare coloro che vivono in condizioni di sofferenza e di marginalità.
Un saluto affettuoso a tutte/i.

CONTINUA LA NOSTRA AZIONE UMANITARIA

Notte fonda a Goma. Numerosi bambini girano per strada. Non hanno una casa e nessuno li ascolta. Mi accorgo di quante siano le ferite che stanno caratterizzando la loro VITA .
NOI ANCORA UNA VOLTA siamo qui, tra e con loro, per consegnare cibo, scarpe e vestiti.
Per RICORDARE e TESTIMONIARE che tutto questo è profondamente ingiusto.
Ma almeno per questa volta e per altre ancora, le loro notti saranno meno buie.







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